La proposta è di estendere le funzioni dell’Urban Metropolitan Center per dare vita ad un vero e proprio laboratorio, una scuola di buona amministrazione pubblica organizzato attorno ad un team flessibile, capace di lavorare con i vari dipartimenti
Torino è tradizionalmente nota per avere una amministrazione relativamente efficiente ed organizzata, il modello organizzativo classico fortemente gerarchico e strutturato per dipartimenti funzionali fatica ad adattarsi alle necessità di una società più fluida, rapida, interconnessa. Inoltre, la necessità di risparmio e il rallentamento del turnover hanno imposto un ridimensionamento dell’organico e minori possibilità di rinnovamento. Spesso un dirigente o un funzionario che va in pensione si porta via competenze che nessuno ha davvero ereditato impoverendo la capacità dell’amministrazione a dare risposta ai cittadini.
Si impone la necessità di cambiare il modello organizzativo improntandolo alla prestazione, all’output più che alle rigide regole di funzionamento e di flussi di lavoro dettati dalle esigenze della macchina organizzativa stessa. Controlli, regole, norme, procedure, prassi andranno riviste in funzione degli obiettivi politici e strategici che la città saprà proporsi.
Pensiamo che il compito di aiutare l’amministrazione a darsi degli obiettivi, a renderli misurabili, a valutare l’efficacia delle azioni, in un processo iterativo continuo che permetta di capitalizzare l’esperienza e di imparare dagli esempi propri e altrui, possa essere svolto da un assessorato o meglio ancora da una agenzia che possa interagire trasversalmente a tutti i livelli dell’amministrazione.
I tre livelli a cui lavorerà l’agenzia potrebbero provvisoriamente essere definiti come:
Incrociare dati di diversa natura e provenienza aiuterà a capire le forti interconnessioni che ci sono tra le diverse azioni che riguardano la vita dei cittadini sia quando si tratti di azioni dirette e localizzate (ambiente di quartiere, accessibilità dei servizi, miglioramento della burocrazia…) sia quando si tratta di effetti indiretti di azioni sistemiche (qualità dell’aria, grandi infrastrutture, crescita economica).
Un esempio tipico, anche in chiave post-covid, riguarda la prevenzione a tutti i livelli che può essere intesa come investimento in vaccinazioni, analisi preventive, stile di vita sano così come migliore conoscenza dei modelli epidemiologici, miglioramento della resilienza sociale, sviluppo di attività e reti ad alto impatto sociale